Intervista impossibile a Don Pasquale Uva

Uno dei momenti più intensi e suggestivi della serata: si abbassano le luci, si spalanca il portale della Basilica ed ex abrupto appare Don Pasquale Uva (interpretato dall'attore Uccio Carelli) che incontra il giornalista Alfredo Nolasco per una "intervista impossibile", di cui riportiamo il testo integrale.

A cura di GIANLUIGI BELSITO


DON UVA:
Grazie per avermi permesso, questa sera, di essere di nuovo qui, nella mia Casa della Divina Provvidenza. Anzi nella Casa che adesso è di tutti voi. L'ho sempre detto: bisogna assicurare all'Opera una continuità nel tempo, che possa andare oltre la mia presenza fisica.

NOLASCO:
Don Pasquale, è un onore per noi avervi qui, in una serata che porta il vostro stesso nome. E vogliamo approfittare per farvi qualche domanda che forse risponde alle curiosità del nostro pubblico. Per cominciare, com'è nata l'idea di creare tutto questo?

Don Pasquale Uva, interpretato dall'attore Uccio Carelli.

Don Pasquale Uva, interpretato dall'attore Uccio Carelli.

DON UVA:
Adesso ve lo racconto brevemente. Era il 1906 e io stavo a Roma ed ero appena diventato sacerdote. Una notte d'inverno ero uscito dal Collegio Capranica, dove alloggiavo, per fare una passeggiata. A un certo punto incominciò a piovere e io mi riparai in una rivendita di libri usati. Vidi due tomi che attirarono la mia attenzione, non perché conoscevo il contenuto ma proprio perché erano ben rilegati. Questi libri rappresentavano la vita e l'opera del Beato Giuseppe Cottolengo, che aveva fondato, a Torino, la Piccola Casa della Divina Provvidenza, dove accoglieva epilettici, sordomuti, deficienti nel corpo e nella mente, e li sfamava. Gli dava il pane per la loro fame, ma anche le medicine per i loro mali, e il conforto per la loro disperazione. Io avevo comprato quei due volumi perché mi piacevano per la copertina, ma poi mi venne la curiosità di leggerli. Indimenticabile lettura! Perché, vedete figlioli, in tutte le città del Meridione, dalle più grandi alle più piccole, si assisteva al commovente e inumano spettacolo della deficienza, che era uno svago per i monelli, un oggetto di compassione per pochi, e un fenomeno inosservato per i più. Ma nella lettura del Cottolengo mi si schiusero nuovi orizzonti e si inquadrò il mio ministero sacerdotale nell'assistenza degli infelici.

NOLASCO:
Nel vostro cammino non siete mai stato da solo per fortuna, Don Pasquale. Penso alle Ancelle della Divina Provvidenza che vi hanno dato una grossa mano sin dall'inizio...

DON UVA:
Erano otto le prime giovinette, destinate ad essere le madri dell'Opera. Loro assistettero alla posa della prima pietra nell'ottobre del 1921 di lato la chiesa di S. Agostino. In poco meno di un anno fu costruito il primo piccolo edificio, addossato alla sagrestia. Non avevamo nemmeno i soldi per mettere le porte, ma la carità dei privati ci fu da aiuto. E quei campi che dalla chiesa si estendono fino al mare saranno occupati, col tempo, da tanti edifici, che sorgeranno uno dopo l'altro, superando tutte le difficoltà. Grazie a tante persone di buon cuore. Ma non è stato affatto facile. In quello stesso anno in cui fu posta la prima pietra, fui ammesso all'udienza privata di Sua Santità Benedetto XV il quale, dopo avermi attentamente ascoltato, dette disposizioni formali per una elargizione di 10 mila lire. Io andai via commosso, con la conferma, in cuor mio, di poter davvero intraprendere l'Opera.

NOLASCO:
È vero che i primi tempi eravate voi in persona, insieme alle sorelle religiose, ad occuparvi della questua?

DON UVA:
Le richieste di ricovero erano sempre più numerose e spesso non sapevamo nemmeno, al mattino, come provvedere alle necessità più urgenti della giornata. Perciò le suore, ed io stesso, andavamo mendicando per tutti i centri abitati della provincia e oltre. Devo anche ringraziare i primi medici, dei cari amici che si prestavano gratuitamente nel tempo libero della loro giornata lavorativa. Naturalmente le nostre famiglie contribuirono molto con il proprio patrimonio personale. Poi, grazie alla Provvidenza Divina cominciarono ad arrivare i contributi, dalla Chiesa stessa, dai benefattori, dalla Amministrazione della Provincia di Bari. E pian piano... Sempre accompagnati dalla grandissima fede nella Provvidenza del Signore, abbiamo aperto a Foggia, a Potenza, siamo arrivati anche a Roma...

NOLASCO:
Voi avete voluto impostare questi ospedali con le più moderne scienze psichiatriche, e sussidi terapeutici all'avanguardia. Lo stesso spirito di studio e di ricerca che - sia pure indirizzato ad altre tipologie di degenza - continua tuttora. Non è un caso che la vostra Casa della Divina Provvidenza porta il vostro nome adesso: OPERA DON UVA. Nel segno di una ideale continuità.

DON UVA:
Il mio sogno vasto e meraviglioso era di fondare una città di migliaia di abitanti, sofferenti, doloranti delle più svariate malattie, e liberare i nostri paesi da dolorose piaghe. Nell'Italia settentrionale e centrale la carità cristiana o la premura di pubbliche amministrazioni aveva saputo provvedere adeguatamente, da oltre un secolo, a questa necessità: ma nessuna struttura esisteva in tutta Italia meridionale. Tuttavia, nella mia stessa mente che concepiva un disegno così grande e generoso, si faceva strada una domanda secca che era un richiamo alla realtà: con quali mezzi? Quanti milioni sarebbero occorsi per realizzare tutto ciò? E mi rispondevo: se il Signore vuole, tutto si compirà. Io sapevo che la Divina Provvidenza mi avrebbe aiutato, ma toccava a me cominciare. Non bisogna dubitare che gli accordi, anche i più difficili, possano essere raggiunti. Penso che gli uomini finiscono per accondiscendere alle ragioni della verità e agli appelli del bene, perché Dio li illumina e li sollecita. Io inizierò, mi dissi.
Gli altri che verranno completeranno l'opera...

Alfredo Nolasco

Alfredo Nolasco

Percorso

In oltre 40 anni di attività televisiva e radiofonica ha collaborato con RAI, Fininvest, TV Capodistria, Supersix e numerose emittenti regionali, come Canale 10, Reteoro, Lombardia TV, Telestudio Torino, Tele 2000, TV Capitai, TRM/Sky 519, TeleCalabria, VideoMediterraneo, Sicilia Sat, Sestarete, Antenna Sud, Radionorba e RadioRoma TV.

Dal 1980 ha condotto e ideato vari eventi, spettacoli, defilé.

Dopo i successi TV dei format "Colpa d'Alfredo" e "NightCafè", dal 2020 conduce il talk-variety "Gran Galà Italia", trasmesso in sindycation su varie TV in tutta Italia. Ha ricevuto vari premi e riconoscimenti, tra cui la "Vela d'argento" (1995) come artista emergente.

Iscritto all'Ordine dei Giornalisti dal 1989, ha svolto una costante attività pubblicistica collaborando con varie testate, non solo televisive. Ha inoltre curato vari uffici stampa istituzionali, per eventi, congressi e produzioni TV, anche per la Rai.

Dal 2017 è Responsabile Area Comunicazione di Universo Salute/Gruppo Telesforo (Bisceglie - Foggia - Potenza).